Pillole di grammatica: apostrofo o accento? Regole semplici

L'apostrofo e l'accento non sono la stessa cosa e nella lingua italiana vengono utilizzati per motivi completamente diversi: l'accento si deve mettere sulla vocale che si pronuncia piu' marcatamente(nella parola "faro', per esempio, sulla-o).

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L’apostrofo è obbligatorio nei casi di elisione (bell’amico da bello amico), mentre nei casi di troncamento (bel ragazzo da bello ragazzo) è, al contrario, assolutamente scorretto utilizzarlo. Con piu' precisione vediamo cosa si intende per elisione e troncamento, in tal modo capiremo la differenza tra apostrofo e accento.

1. Una vocale non accentata viene elisa quando è finale in una parola che precede un’altra che inizia, a sua volta, per vocale.

Per esempio: scriviamo un’anatra invece di una anatra. In questo caso la “a” dell’articolo viene eliminata, poiché:

  1. è finale di parola
  2. non è accentata
  3. precede una parola, "anatra", che inizia per vocale

Si scrive infatti bell’albero "all'estero" "d'Italia" . Teniamo in considerazione che in molti dei casi in cui è possibile l'elisione questa non è obbligatoria, infatti si puo’ scrivere, sia "di Italia" sia "d'Italia".

2. Il troncamento consiste nella caduta di una vocale, in questo caso si parla di apocope vocalica, di una consonante e si parla di apocope di consonante o una intera sillaba, quando queste sono finali di parola e si parla di apocope sillabica

Per esempio:buon(o) mercato è un caso di apocope vocalica. gran(de) giorno è un caso di apocope sillabica. Occorre ricordare che anche se il troncamento e l’elisione non sono sempre obbligatorie, non bisogna pero’ rendere il testo illeggibile.

Vediamo ora alcune regole che si devono considerare in caso di dubbio per l’elisione:

3. Se una parola non tronca finisce per vocale, e anche la seguente comincia con vocale, la vocale finale della prima parola molto spesso si elide quando:

  1. Dopo il pronome ci,se ad esso seguono parole che abbiano per iniziali le vocalia,o,u. Quindi si scriverà: c’era una volta,c’insegnava una filastrocca.
  2. Dopo i pluraligli,degli,agli, se non seguono parole che iniziano con“i”: degli ordini,gli avvocati,cogli alberi,degli usignoli.
  3. Tutte le volte che potrà apparire incertezza di numero e di genere. Si scriverà perciò: l’eta’ e non le eta’,per non confondere il plurale con il singolare: quella artista e non quell’artista
  4. Infine,all’imperativo, possiamo trovare forme come “stai zitto!” oppure “sta’ zitto", che si scrivono solo con l’aposfrofo e mai con l'accento (stà zitto è sbagliato); stesse considerazioni vanno fatte per le forme imperative di "dare" "fare" "dire" "andare".

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Per il troncamento: nel troncamento di solito non si usa l’apostrofo, ma ci sono due eccezioni: po'( troncamento di poco) e di'! imperativo del verbo dire. Il troncamento è obbligatorio con: uno, alcuno, nessuno, ciascuno, scriviamo infatti:un uomo, ciascun libro.

Il troncamento e’ utilizzato con bello, grande e santo,davanti a parole che richiedono l’articolo il e un,scriviamo infatti un bel gatto, gran quadro, San Francesco. Con i titoli onorifici seguiti dal nome proprio: il signor Paolo, il commendator Rossi.Infine con quale nell’ espressione qual’e’.

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